Piede e postura corretta: capire l’elica podalica

Cercherò di dare quanto più possibile informazioni prendibili, sulla meccanica podalica e sulla sua importanza nella vita posturale, al fine di stimolare il giusto rispetto e considerazione per la salute del piede.

Come già trattato precedentemente, definiamo, anche qui il piede come organo meccanico e di senso, nel dialogo neurologico con il cervello. 

La prima considerazione è che chi ha inventato l’uomo, non ha inventato le scarpe. Lo ha fatto a Sua immagine, con i piedi nudi, forse anche perché cemento, asfalto, e pavimentazioni erano assenti, nel paradiso terrestre.

L’idea di rivestire il piede, per essere più veloci, per non sentire asperità del terreno, per lavorare, ha dato origine alle scarpe. Scarpe che sono divenute, per la maggior parte, rivestimenti estetici, a funzionali, e predisponenti a limitazioni della meccanica podalica con le conseguenti reazioni di sostegno inficiate. Maggiormente nella donna.

Il piede si divede in 2 componenti funzionali:

  • Il piede statico che arrestandosi a terra acquisisce informazioni e le invia al cervello.
  • Il piede dinamico che riceve le informazioni dal cervello per articolarsi con la parte statica e andare in propulsione.

Elica podalica

Si definisce Elica podalica la variazione tra l’asse articolare della astragalo calcaneare e quella delle articolazioni delle teste metatarsali ed è pari a 90°. L’elica podalica fisiologica esprime una corretta relazione tra piede statico e piede dinamico

Il Piede e la trasmissione e ricezione neurologica 

La parte recettoriale nel piede, implicata nella reazione di sostegno si trova nel:

  1. Calcagno (centro)
  2. Istmo ( laterale )
  3. Tallone anteriore ( teste metatarsali )
  4. Dita

# La volta plantare è priva di pressocettori implicati nella reazione di sostegno, quindi resta sollevata da terra, per dare contatto alle parti anatomiche recettorialmente attive. 

Una volta plantare poggiata a terra o piede piatto è un disastro per una postura corretta. 

Forma

La volta nel piede ha una forma pressoché triangolare con 2 archi

  • Arco longitudinale
  • Arco trasverso

Quando le due volte sono in rapporto corretto il piede statico e quello dinamico si articolano correttamente attivando l’elica podalica. 

Alterazioni di forma, nel piede, determinano una rottura degli equilibri biomeccanici di tutto lo scheletro. 

L’elica podalica si attiva correttamente nel ciclo del passo se la morfologia ( forma corretta ) del piede non è compromessa. Una attivazione scorretta di questa componente podalica, pone seri problemi di informazione e ricezione di stimoli col cervello. 

Per questo, l’osservazione del piede è parte importante della valutazione posturale. Volendo tal volta la correzione dell’impatto podalico con solette individuali da interfacciare con il suolo a scopo integrativo e correttivo. 

Di solito si usa un podoscopio, ma è possibile fare il test della impronta anche su carte copiative di basso costo ed usa e getta. La forma deve essere bella, con dita e tutti gli appoggi corretti senza che la volta si veda poggiata. 

Osservare il piede nella sua forma e nell’impronta di impatto con il suolo, è già una mole di informazioni per agire nel creare protocolli di lavoro ginnico e ginnico rieducativo.

Esame dell’impronta podalica con la valutazione del retro piede.

È abbastanza complesso relazionare allineamento del retro piede con la corretta o scorretta impronta podalica. Mettiamo qui una scheda abbastanza esaustiva per comprendere le principali anomalie riscontrabili

In sintesi

Sotto la volta longitudinale, mancano i recettori di pressione e quindi è inutile che sia pressata e si vede al podoscopio. Quando accade è perché l’ordine posturale, non è completamente sotto controllo neurologico e il cervello suggerisce un impatto podalico slargato a ricercare superficie di appoggio compensativo, alla inadempienza dei recettori di pressione; è il caso del piede piatto. 

Il contrario del piede piatto è il piede cavo, che vede una impronta incompleta e spesso le dita non attivate. Anche qui manca la pressione su una buona parte delle superfici recettoriali, con incompleto dialogo con il cervello. 

A queste forme di appoggio si associano sempre adattamenti muscolo tendinei che implicano ulteriori disfunzionalità. 

La correzione plantare, non è un confort, ma è una modifica del “suolo” per incontrare la zona recettoriale ad attivare le pressioni per comuncare con il cervello. 

Anche qui le solette devono essere fatte su misura, perché non esiste una standardizzazione della correzione. Esistono però delle soluzioni standart di mezzo per incentivare l’appoggio, ma anche qui la scelta deve essere fatta bene.  

Altro test facilmente riproducibile, per modificazioni dell’impronta podalica è:

valutare il soggetto in piedi o sotto carico e seduto o in scarico. 

Se da seduto il piattismo si annulla, vuol dire che non è ancora strutturato e si corregge con ginnastica. Se invece è strutturato, si consiglia sempre una soletta, magari morbida, di segnalazione per implementare le reazioni di sostegno posturali. 

Abbiamo qui in questa lezione ulteriormente specificato, come nel dialogo cervello – piede – cervello, la forma del piede e la sua immagine, siano determinanti per le reazioni di sostegno e la cooperazione con la colonna vertebrale. 

Quindi per finire questa lezione, in un ipotetica valutazione posturale di primo approccio, vediamo:

  1. Se in piedi le tibie sono perpendicolari o leggermente interiorizzate al ginocchio
  2. Se il tendine d’Achille è perpendicolare 
  3. Se con talloni al muro e tutto il corpo poggiato l’occhio e l’orecchio  si alzano
  4. Se sollevando un ginocchio alternativamente, a occhi chiusi e mani protesse avanti, l’equilibrio dell’arto a terra corrisponde in tempo al contro laterale
  5. Se nella posizione la punto 4  marciando sul posto ad occhi chiusi il soggetto tende a girarsi da un lato

Già qui comparando i dati si hanno molte informazioni; ad es se ho un retro pieve valgo e il soggetto si gira in marcia a occhi chiusi, probabilmente l’arto inferiore contro laterale è più lungo. Proverò in prima battuta a misurare gli arti e se confermata l’eterometria, andrà corretto il valgo del retro piede con soletta specifica e alzato l’arto contro laterale. Un soggetto così ha sempre compensazioni laterali della colonna con asimmetria del bacino. Vedremo esercizi di simmetrizzazione del bacino più avanti, per inserirli nelle routine di allenamento in forma correttiva e preventiva.  

Dismetrie torsionali

Come detto, siamo divisi in 2 metà simmetriche e controllati da metà cervello contro laterale, a formare un centro verticale.

Le anomalie posturali, sono spesso intese come alterazioni sul piano sagittale, o anteroposteriore, se questo può corrispondere a verità, tale verità è pero banale, e usare questa assunto per intervenire sulla postura è quantomeno ridicolo e squalificante. 

Qualsiasi perturbazione avvenga su un emisoma, la stessa, causerà sempre un andamento torsionale, con reazioni ed azioni controlaterali a salire e a scendere se porto una borsa a dx, il quadrato dei lombi di sx si attiverà per evitare la caduta laterale insieme ad altri muscoli, che per effetto delle cooperazione tra i due emisomi, avrà un admaneto a zig zag adduttore di sx, con piccolo e medio gluteo di dx; e così dal piede alla testa. Un tempo eccessivo di impegno gravoso sempre da stesso lato, determina un traino di attivazione muscolare che sovverte l’omeostasi posturale. Una serie di muscoli distribuiti a zig zag sul corpo iperattivati, comunicheranno al cervello una sorta di necessità meccanica e rieveranno risposta di adeguarsi, mentre i corrispondenti contro laterali, resteranno più deboli e avremo compensazioni articolari con deviazioni in forma torsionale. 

Qui voglio introdurre il concetto di linee di tolleranza; ovvero, se la lateralizzazione meccanica in controllo torsionale, resta per un periodo breve, con poco sarà reversibile se va oltre ancora, ci sarà ancora modo; ma arrivata al limite massimo di sbandamento, in una pseudo omeostasi posturale, dove individuo è anche ben compensato, se va oltre di pochissimo i “disastri” sono assicurati e ripararvi diventa arduo.

Un po’ come i gradi di sbandamento di una nave, se si supera di pochissimo lo sbandamento tollerato, si capovolge ed è finita. 

Questo per dire, che a qualsiasi perturbazione i corpo umano riesce a compensare, ma una somma di compensi crea una somma di vincoli, quando si arriva al massimo gradi di sbandamento, i problemi diventano importanti e scarsamente reversibili. 

È importante quindi, che tecnici e praticanti sappiano come organizzarsi al meglio per gestire entro i gradi di sbandamento attività fisica e vita di relazione, con attenzione a regolare sempre l’ordine posturale. 

Al termine di questa carrellata di lezioni, che spero non sia eccessivamente pesante, daremo esercizi specifici per l’attivazione delle catene muscolari deficitarie, su casi di facile riscontro. Tali esercizi possono essere inseriti tranquillamente nelle routine di esercitazione, sia a scopo correttivo che preventivo.

Concetto delle linee di tolleranza

Il soggetto dice classicamente, sono sempre stato bene, possibile che una piccola distorsione o caduta affaticamento mi ha ridotto così? Perché non recupero?

Si è possibile, perché non sapeva che la sua postura era disordinata sul limite delle linee di tolleranza. Un pennone di una nave che ha perso il baricentro e rimane in bilico ad azione di tiranti non più in equilibrio tra loro!

È quindi basilare capire dove si posiziona nelle linee di tolleranza un soggetto per l’equilibrio posturale, anche se sta bene.

Copyright Riservati

Redatto e scritto da Giuliano Tomasotti – Fisioterapista 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto