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Alimentazione posturale nello sport – parte 2

L’importanza del giusto collocamento della massa viscerale, relativo anche al giusto dinamismo di tutto il canale alimentare. Riprendiamo l’argomento alimentazione, dando consigli utili per la formulazione dei pasti, utili a supportare uno stato di salute, fisico e posturale. La cavità addominale, accoglie i visceri, la cui massa, ha una influenza sulla postura limitatamente al peso e all’ingombro. Peso e ingombro sono strettamente in rapporto, con lo spazio e il bilanciamento pelvico. Abbiamo accennato la volta scorsa a questo, ed ora lo riprendiamo per qualificare l’importanza del giusto collocamento della massa viscerale, relativo anche al giusto dinamismo di tutto il canale alimentare. Già dagli studi fatti dalla fisioterapista Francoise Mazzieres, per la messa appunto del relativo ed omonimo metodo di rieducazione pasturale, si sapeva che la massa viscerale aveva un influsso molto incidente sull’equilibrio posturale. Dello stesso studio, è la constatazione, che una proiezione in avanti del capo, determina un coinvolgimento assiale che altera l’attività muscolare dei muscoli quadricipiti, i quali perdono necessità di tenuta in tono, e si indeboliscono. Possiamo dire, che un addome con lo scivolamento dei visceri ad impattare contro la parete addominale, vede quasi sempre per effetto di un aggiustamento assiale, una testa sproiettata anteriormente, e muscoli quadricipiti, glutei, poco tonici, con ischio peroneo tibiali retratti per attività di compensazione in tenuta statica. Tale esito, determina inefficienza prestativa, con limitazione di movimento e predisposizione all’aumento di peso, e infortuinio. Un comparto viscerale che funziona bene, vede, ingestione di cibo pertinente per qualità e quantità alle esigenze caloriche. La peristalsi addominale, è un incessante movimento di progressione che, nel suo transito vede recupero e rilascio di acqua, passaggio di nutrienti nel sangue ed escrezione delle masse di scarto. Tutto dovrebbe svolgersi, in uno spazio coerente con le esigenze di operatività. Ma un errore di ingestione di quantità e qualità dei cibi, porta a transito intestinale problematico, con assorbimento di acqua spesso eccessivo, spostamento della massa anteriormente, che vede i gomiti o anse viscerali, ridursi di calibro a favorire ristagni, con relative infiammazioni e patologie annesse. Specialmente il Colon, nel suo ascendere, attraversare e scendere dall’addome, se non è correttamente disteso nella cavità addominale, risente della meccanica di transito scorretta e si infiamma. In modo estremamente caricaturale, per dare l’idea: si pensi ad un tubo per irrigare, che se è avvolto in modo da non contorcersi a ridurre il calibro di transito, porta acqua con regolare velocità, pressione e quantità, mentre se si contorce nel tragitto, si altera la portata, e aumenta la pressione in alcuni punti, rendendo inefficace il transito, e a rischio la struttura compressa. Quindi, la legge delle 3 e delle 8 ore è fondamentale, come fondamentale è il corretto apporto idrico che in condizioni di normalità va da 6, 8 bicchieri di acqua al giorno. La giusta composizione del pasto, in relazione alla cronologia di somministrazione, relativamente ai fabbisogni energetico plastici è l’altra condizione da rispettare. Una condizione particolare, che spesso viene ignorata, è anche la selezione dei cibi, in base a fattori di produzione, confezionamento e conservazione. Quindi si scelgano smerci, dove c’è consumo, dove le condizioni di conservazione sono rispettate, e si scelga alimenti il più possibile conosciuti dalle etichette. Una grossa mano a sopperire ad eventuali carenze di nutrimento, specialmente nello sport, la danno integratori. Gli integratori Gli integratori, devono, necessariamente essere di buona qualità, notificati al ministero della salute, e usati secondo le individuali necessità, e non sulla base di indicazioni generali. Oggi elenchiamo i principali nutrienti integrativi e a cosa servono. Tutto deve essere introdotto continuamente, in funzione del proprio fabbisogno al fine di non determinare carenze o esuberi. Calcolare la quantità di integratori Dopo aver calcolato il proprio fabbisogno giornaliero, in base alla calorie necessarie, per le attività connesse, siano esse lavorative che sportive, di deve valutare: Consideriamo uno sportivo in attività anaerobica; uno sportivo in attività aerobicaun soggetto in età adulta / avanzata. Indicativamente, un soggetto in attività anaerobica, necessita di una quota proteica più alta del normale, perché ha una distruzione plastica maggiore.Tale quota proteica, deve essere disponibile al momento anabolico, del metabolismo, ovvero dopo 2 ore dalla fine della prestazione. Qui, spesso è complicato far trovare nel sangue al momento opportuno gli elementi disponibili. Quindi, ecco una necessità integrativa; ad esempio con l’assunzione di aminoacidi immediatamente dopo l’allenamento, o l’ingestione di preparati proteici 4/5 ore prima dell’allenamento. Ad una integrazione proteica, deve seguire una giusta integrazione minerale e vitaminica, ed enzimatica. Per un soggetto in attività aerobica, non è necessaria una grande quantità di nutrienti proteici, tuttavia una assunzione di aminoacidi ramificati prima della prestazione, è indicata per evitare la perdita di massa muscolare. Qui si deve fare attenzione agli zuccheri, che devono esser biodisponibili nel momento della prestazione, in forma complessa. L’utilizzo di preparati per il prima e durante, che vedano assunzione di carboidrati complessi è indicato. Soggetto in età avanzata; ha un grande problema nei processi digestivi, che non sono più molto efficienti, quindi una quotidiana assunzione di buoni preparati proteici vitaminizzati, aiuta a preservare la massa muscolare, e limitare l’ingerire cibo da masticare, e digerire. Sempre in soggetto non più giovanissimo, dobbiamo oltre che curare l’alimentazione, anche stare attenti all’apporto idrico, che non deve mai essere deficitario. Va eliminato il sale e lo zucchero raffinato. Senza sale e senza zucchero, la vita, avrebbe forse meno sapore, ma anche meno problemi e patologie. È ormai di dominio comune che zucchero, e sale, siano, oltre un imbroglio organolettico, anche la maggior fonte di malattia per il maggior smercio di farmaci. Si può non salare gli alimenti? Si si può! L’acqua di mare ad uso alimentare ( non andate a prenderla al mare, perché è demaniale; qualcuno capì a suo tempo che il sale era da far divenire monopolio di stato e quindi il mare non poteva che essere demaniale ) Il potere salante dell’acqua di mare, è molto alto, pur contenendo una part piccola di cloruro di sodio ( comune sale da cucina ) perché disciolti nelle acque marine, abbiamo diversi minerali, capaci di conferire potere salante. Non a caso si comincia a trovare, pane con acqua di

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Alimentazione posturale idonea allo sport

Negli ultimi tempi, abbiamo visto, come l’alimentazione umana, sia considerata sempre più, in relazione alle determinazioni, sia di peso che di prestazioni ed efficientamento energetico. Vogliamo qui fare una premessa, per una presa in carico della questione, più dettagliata, in articoli a venire. Il canale alimentare, parte dalla bocca, scende in esofago, entra nello stomaco, esce nell’intestino e si divide in una parte entra nel sangue e altra che viene escreta.Ogni tratto del canale alimentare, è caratterizzato da 2 intenzioni operative, una meccanica, e l’altra chimica.Le 2 intenzioni, si influenzano a vicenda per il buon funzionamento del tutto; avremo quindi che: Gonfiore: il problema culturale da risolvere se ci svegliamo, con un dito gonfio, subito cerchiamo la causa, la diagnosi, la cura. Se abbiamo l’addome gonfio, e schiacciamo il gonfiore, con dolore, ci passiamo sopra, perchè non consideriamo la possibilità di intervenire sulle cause. Un addome che si presenta gonfio, prominente, non desta tanta preoccupazione, come un dito gonfio. Consideriamo l’aumento di volume addominale, come in taluni casi, un sinonimo di salute; e se si vuole intervenire a ridurlo, lo si fa per l’estetica. Distinguiamo, 2 situazioni reattive, derivate da alimentazione non corretta, che si possono vedere immediatamente: Nel primo caso, diciamo, che il soggetto, produce adipe, da eccesso di ingestione e il suo metabolismo lo deposita con attività regolare, a scopo riserva energetica. Nel secondo caso abbiamo reazione infiammatoria, determinata da alterazione biochimica delle reazioni digestive, con ritenzione di acqua e aumenti di calibro intestinale da infiammazione. In entrambi i casi, lo squilibrio di massa e di peso, determina alterazione della postura. É subito deducibile, che un addome perennemente gonfio, non lasci spazio, ad una geometria corretta sul rachide; come è subito deducibile che una massa flaccida che trascina in basso e avanti la colonna, prelude a danni scheletrici gravi, nel tempo. Quindi ne va dedotto, che se ho un “pallone che preme o pesa davanti alla colonna, questi; diventa un ostacolo, ad eventuali tentativi di rieducazione posturale. Quindi la postura corretta, vuole una alimentazione corretta. L’analisi della postura passa anche per considerare il sovrappeso o l’alterazione di volume addominale per infiammazione e ritenzione idrica. Regole semplici per alimentarsi Consideriamo i principi nutritivi alla fonte: Il tutto, deve rispettare ordine cronologico e di affinità nel pasto ed essere presente nell’arco della settimana. Principi di fisiologia Consideriamo: Va da se che se mangio in orari sbagliati determinate qualità di cibo, anche se nobile, questo, si trasformerà in adipe se quando arriva nel sangue, sto dormendo. Possiamo dire, che nell’addome, abbiamo un secondo cervello che organizza l’alimentazione, per il meglio, e in tutti i modi possibili. Solo che il meglio, in determinate condizioni di alimentazione è creare gonfiore, stanchezza e limitazione di movimento. Principi base per alimentarsi dividiamo l’alimentazione in 3 grandi gruppi di composizione e funzione Proteine mattoni della struttura, composte da aminoacidi, i quali sono di 2 tipi, A essenziali,  non prodotti dal corpo B non essenziali, o sintetizzabili dal metabolismo umano dalla assimilazione generale delle proteine. Carboidrati o zuccheri, che servono alla energia e sono di 2 tipi; semplici o che si bruciano subito e complessi, che liberano energia lentamente e per lungo periodo. Lipidi o grassi, che compongono, la membrana cellulare, fungono da deposito energetico, protezione termica, veicolano principi, liposulubili (es: Vitamine ADEK). Questi grandi gruppi, devono comporre l’alimentazione umana, in pertinenza alla necessità energetico/plastica dell’individuo. Ci sono poi; Vitamine e minerali, che fisiologicamente fungono da arricchenti alimentari, e presiedono alla giusta biochimica nella sintesi metabolica. Alimenti di scarsa qualità. Ne sono sprovvisti limitatamente per i fabbisogni. Nello sport, è fondamentale non sbagliare, perchè se si induce una carenza o un eccesso di qualsivoglia elemento, i tempi di aggiustamento compensativo, fanno interrompere la performance sportiva. es. classicissimo: bere acqua e zucchero ( carboidrato semplice ) in uno sport di durata. Questo darebbe una fiammata per pochi minuti ed un esaurimento successivo delle forze. Altro es: affrontare allenamenti muscolo attivi, con catabolismo muscolare importante, senza una giusta dose di alimento proteico a disposizione.Impoverirebbe la massa muscolare che in neoglucogenesi ( trasformazione della proteina in zucchero) si impoverisce. In sport di carattere, ovvero in quelli dove si fa sul serio, spesso l’alimentazione anche se curata, non è sufficiente a supportare le necessità. Si deve ricorrere alle integrazioni. GDM, lo sa e si occupa con il comitato scientifico di selezionare alla fonte i prodotti maggiormente garantiti, per qualità e controllo. Il metabolismo, si divide in 2 essenziali “dipartimenti” Queste 2 attività, sono sempre bilanciate in relazione al fabbisogno pertinente alle attività svolte. Se mi alleno con i pesi, porto in catabolismo parte dei miei muscoli, per creare poso all’anabolismo successivo. Se sono capace di avere durante la fase anabolica i nutrienti di bisogno, i miei muscoli si ricostituiranno più forti in relazione all’esigenza determinatasi dallo sforzo allenante. Se non avrò nutrienti disponibili nel sangue, la ricostruzione produttiva, non avverrà, ma ci sarà una ricostruzione o come prima o se si sarà verificato un catabolismo importante, la ricostruzione, sarà in relazione e quindi avrò un muscolo più debole. Spesso, con la legge delle 3 e delle 8 ore, si fa fatica ad essere presenti nelle fasi di esigenza metabolica con tutti i nutrienti di bisogno ed allora si ricorre all’integratore.   L’integratore, serve in 2 casi: Es: se mi servono tante proteine (perché demolisco i miei muscoli quotidianamente con lavoro anaerobico ) quante contenute in 5 kg di carne, vuol dire che o le prendo integrate di sintesi, oppure non potrò digerire a lungo tutta quella carne. Altro es: se devo fare una corsa, pesante, per il continuo cambio di terreno, di lunga durata, sarà complicato arrivare alla partenza con il giusto carico di glucosio a disposizione, senza che 10 minuti prima non assumo carboidrati complessi integrati. Da questo preambolo introduttivo alla alimentazione posturale, dobbiamo dedurre, che: una buona postura, favorisce le prestazioni sportive;una buona alimentazione favorisce geometricamente la struttura posturale una buona postura che assomma una buona alimentazione, determina il risultato sportivo di livello per avere una alimentazione posturale

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Il cervello: dalla postura agli aspetti neurologici

Abbiamo imparato che la postura corretta è un fattore più neurologico che strutturale. Per tanto mi pareva utile dare nozioni di medicina clinica sul cervello. Il peso del cervello è di kq 1,5; è formato da 100 miliardi di neuroni più altrettante cellule gliali. Ci sono 100 mila forme di neuroni. Tendenzialmente queste cellule hanno il corpo con nucleo e i ribosomi. La Cellula nervosa lavora solo in ambiente ricco ossigeno, ha ramificazioni o dendridi che fanno sinapsi, ( (Giunzione ) con gli assoni che trasportano il segnale nervoso. Quasi tutti assoni sono mielinici, la cui guaina formata da membrana di oligodendrociti. L’ Impulso salta da nodo di ranvier ad altro in microsecondi. L’Impulso arriva in periferia dove l’assone si divide in branche che si connettono con muscoli con il sistema endocrino ecc Reti neuornali Plasticità, è un vecchio dogma, ch vuole l’individuo nasce con 100 milairdi di neuroni che restano inalterati nel numero e poi piano piano muoiono. Quindi si considerava una struttura fissa fino a anni 80. Successivamente questo venne superato per 2 cose; Si è visto, per tanto, che il cervello in base alle esperienze elaborate, può modificare le reti neuronali e crearne altre in plasticità. Quindi abbiamo una capacità adattiva a situazioni ( condizione che rimane anche in età avanzata. ) Il Cervello si deve tenere in attività come un muscolo, se no degenera. Le reti cambiano perché neuroni possono creare nuovi alberi dendiridici e gli assoni variando le strade di connessione relativamente alle richieste. Un campo non strettamente attinente ma importante è che a questo punto della ricerca cogito ergo sum, il cervello che studia se stesso.Lo fa con metodo scientifico sperimentazione, cerca nesso causa effetto. Una teoria scientifica formula principi, se la realtà risponde sempre a quei principi, vuol dire che teoria è valida. Ma una teoria è scientifica se uno di questi principi non viene rispettato dalla realtà, quindi se la realtà non collima quella teoria non è più valida = falsa. Le teorie che si adattano alla realtà non sono teoria scientifica.Si può dire che il cervello studia se stesso attraverso gli schemi chi si è creato e che le scienze cognitive studiano cervello, attraverso di esse si arriva a strategie terapeutiche e farmaci nuovi. Risonanza magnetica nucleareQuando si attiva un area del cervello, questa lavora di più e i neuroni consumano più ossigeno e maggior sangue, attraverso lo studio di quanto viene consumato vediamo la zona-e attivata. Rappresentazione delle funzioni dinamica. Nell’800 la mappatura delle aree del cervello era topografica e statica e ogni area corrispondeva a una funzione.Oggi si è modificato questo concetto di staticità, non vi è più una rappresentazione statica o topograficamente prestabilita, il Cervello lavora sempre policentricamente, e si può modificare nel tempo. Cervelli simili che elaborano percezioni e risposte, quindi che ci coinvolgono, più o meno tutti, allo stesso modo, danno una realtà condivisa; quasi ma non si sa cosa sia la realtà, in realtà! La nostra realtà è la rappresentazione del nostro cervello, condivisa con altri cervelli simili. E l’uomo si è sviluppato sulla base di questa relazione tra cervelli e con ambiente, che operano in modo simile. Neuronantomia: cenni sull’equilibrio di massa Scatola cranica ha un contenuto di 1200 – 1500 C3, con forame magno alla base. Dentro cranio ci sono tre componenti 1 parenchima cerebrale, 2 il liquor e 3 il sangue, queste tre componenti sono in equilibrio dinamico. Sangue entra e esce propulso dalla sistole e dalla diastole cardiaca, mentre il parenchima resta sempre lo stesso; il liquor viene continuamente formato nei plessi coroidei dentro i ventricoli, circola tra cranio e canale spinale in 90 ml. viene assorbito nei villi aracnoidei e assorbito nel circolo venoso. Le tre componenti stanno alla stessa pressione a 10 – 12 mL di mercurio o cm di acqua. Se una o più delle tre componenti aumenta di volume, aumenta la pressione dentro cranio e se aumenta una altra si deve ridurre. L’ipertensione endocranica si manifesta quando si superano 10 -12 mL di mercurio. Come fanno ad aumentare le singole componenti? Il parenchima può aumentare solo in 2 modi, o perché ci sono più cellule ( tumore primario e cellule portate da altro sito ) o edema. Edema aumento di liquidi del parenchima. Tipologia di edemi: 1 vasogenico e 1 citotossico. Vasogenico è il più frequente, trattasi di accumulo nello spazio intercellulare di più acqua, o trasudazione del plasma sanguigno e aumento di liquido. Citotossico; accumulo di liquido, ma non nell’interspazio cellulare, ma nella cellula. la quale si ammala, alterando la pompa sodio potassio, e quindi si ha maggiore acqua nell’interno della cellula. Esempi di eziopatogenesi nei due edemi cerebrali. Edema vaso genico = contusione cerebrale, un pezzo di cervello contuso da edema vaso genico. Edema citotossico = ingestione di funghi velenosi da epatopatia tossica che cambia metabolismo nel cervello e si gonfiano le cellule. Se un edema vaso genico perdura si trasforma in edema citotossico. Liquor Formato sempre alla stessa quantità e assorbito sempre alla stessa quantità. Circola nei ventricoli. Il Liquor aumenta di volume quando si sporca, es di sangue, o per meningite che immette cataboliti, e di conseguenza perde fluidità, rallenta la circolazione ma con la produzione che rimane la stessa e quindi con produzione inalterata e assorbimento rallentato, aumenta di volume.Oppure vi è aumento di volume, quando si formano dighe e laghi o idrocefalo, il liquor in barriera con lago poi, può formare più ventricoli fino a tetra ventricoli, o si inceppa assorbimento, ma anche qui la produzione non varia, e quindi aumenta liquor esitando in Idrocefalo. Rarissimamente per un tumore del cervello può portare aumento liquorale, questo è il papilloma dei plessi coroidei. Sangue Traumi, tumori, patologie vascolari, possono alterare le masse cerebrali e determinare problemi, sia cognitivi che motori e insieme. Il cervelletto Il cervelletto, è posto come da fotografia, Il cervelletto svolge la sua funzione primaria nel controllo dei movimenti. È coinvolto anche in funzioni cognitive, quali l’attenzione, la memorizzazione e il linguaggio, nonché nella regolazione delle risposte alla paura o al piacere.  Una

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Recettori implicati nelle reazioni di sostegno posturale

Oggi semplificheremo un argomento a seguire dell’articolo precedente, che spesso, viene messo in propaganda, per evidenziare correlazioni quasi esoteriche, tra la salute posturale e le emozioni. Abbiamo fino a qui passato in rassegna tutti gli aspetti di una “Postura corretta”. Sicuramente è un argomento molto complesso, ma credo di avere dato una presentazione generale, con alcuni aspetti specifici, di buona comprensione, sia per addetti ai lavori, che per praticanti. Partiamo dalla definizione di Esoterico:“Atteggiamento di ossequio al principio che vieta di rivelare ai non iniziati alcune parti di un rito o di una dottrina, spec. religiosa.” Adesso sapete che non c’è niente di magico nel essere più prestativi e più in ordine posturale quando il clima è sano, incentivante, e rassicurante tecnicamente.Se incontrate “stregoni” che sembra abbiano un filo diretto con Dio per imperscrutabili informative, potete dubitarne, specialmente se sembra che il loro sapere sia da custodire e non rivelare.Il meccanismo che traduce le informazioni emotive in schemi posturali adattati, è molto sottile, trattasi di reazioni psico mio tensive che creano alterazioni di carico o pressione sui recettori implicati nelle reazioni di sostegno. Recettori implicati nelle reazioni di sostegno cosa sono? Sostanzialmente sono organuli essenzialmente posti sotto i piedi che tramite le vie propriocettive che decorrono nella parte posteriore del midollo spinale, e raccolgono le informazioni delle pressioni anti gravitarie che con le tensioni dei legamenti, vanno a informare il cervello presso l’area cerebellare, in un turnover di afferenze atte a inviare all’area motoria nel cervello progetti di coordinazione degli imput motori discendenti. Lo starter recettoriale, come già detto e sotto i piedi. E trattasi di organuli riceventi segnali di pressione nel ciclo del passo. Tali organuli recettoriali, si dispongono a ricevere ed inviare segnali, nella disposizione in cui si trovano; questo significa che: se a forma del piede è alterata, alterata sarà la sequenza di ricezione sei segnali di pressione a terra ed alterato o compensato l’ invio di informazioni al cervello. Come una musica, che viene sconvolta dall’uso delle note mescolate. Tale invio di segnali non corretti, determina la impossibilità di dare atto ad una motricità fisiologica, generando frustrazioni ed imbarazzi meccanici, che il cervello catalogherà nel magazzino delle memorie motorie, per disporne negli schemi di movimento da rappresentare nell’habitat percepito telecettivamente. Non me ne vogliano i fisiologi, ma il mio intento è lasciare una informazione spendibile nella pratica addestrativa del metodo di allenamento e non quello di lasciare fotocopie di pagine di testo, dal solo valore mnemonico e nozionistico, fine a se stesso. Spero di aver fatto capire, come la meccanica, influisca sulla struttura, in un assetto psico mio tensivo, generato dalla rappresentazione di se stessi nll’ ambiente percepito. Se possiamo contare sulla comprensione del passaggio appena enunciato, possiamo anche capire quanto sia delicato “violare” gli equilibri di compenso in una postura scorretta. Continuerò a dare esercizi di destrutturazione sui compensi alterativi della postura ed esercizi di fissazione in assialità corrette, ma sarebbe utile capire la delicatezza degli interventi. Adesso dobbiamo, però, accennare ai problemi di deviazione laterale della colonna vertebrale, atrimenti rimaniamo nel vago, teorico, non spendibile. Scoliosi in un discorso che affronta la postura, non può mancare l’inserimento del problema Scoliosi. La deviazione laterale della colonna vertebrale, è un problema che affligge molte persone, alcune persino non sanno di averlo, perchè asintomatico. Senza addentrarci eccessivamente nell’argomento, possiamo dire che la colonna vertebrale, perde il suo asse verticale deviando lateralmente in associazione a rotazione. La deviazione laterale della colonna, viene sempre compensata da contro deviazione, ( solo nelle scoliosi neurogene, abbiamo una lunga ed ampia curva) . Il cervello tende sempre a raggiungere un equilibrio, sicché possiamo avere colonne vertebrali con deviazione lombare, compensata dorsalmente, con deviazione cervicale di riflesso e capo contro deviato. Esercizi specifici, sono molto complessi e seguono varie scuole. Tuttavia, anche se non si è fisioterapisti, conoscere i principi di cosa fare e cosa non fare, sulla base di conoscenza del problema è molto importante, per la salvaguardia di un buon lavoro. La scoliosi, è sostenuta da una varietà di problemi, che possono manifestarsi in associazione, o singolarmente: 1.una gamba corta o accorciata, abbassa il bacino da un lato e costringe la colonna vertebrale a deviare in rotazione dal lato opposto. A – Un gamba corta è corta nelle componenti ossee, tibia o femore o entrambi.B – Mentre una gamba accorciata, lo è per valgismo di ginocchio, retro piede valgo. 2.Un atteggiamento persistente nel tempo, come zainetto portato a spalla dal bambino, attività lavorative sempre rivolte sullo stesso emi lato in torsione, 3.alterazione strutturale di alcune vertebre, peduncoli corti, ecc… 4.alterazione propriocettiva, dove la muscolatura di un emi lato non riceve segnalazioni dai recettori implicati nelle reazioni di sostegno pari ad altro emi lato. La varietà, poi delle combinazioni è molto vasta, e in continua evoluzione. Daremo n questa lezione dei metodi di valutazione per un ragionamento clinico che permette di avere consapevolezza del problema e quindi evitare carichi controindicati. Dolore Principalmente il dolore, viene avvertito sul lato della concavità, questo dipende, dalla reazione miotensiva del muscolo che diventa breve come una corda d’arco, portando in compressione le strutture intervertebrali, che possono protrudere o erniarsi, contro strutture vascolo nervose.Tuttavia, esiste anche un dolore sulla parte rilevata a gibbo, o convessa, che è dato dallo stiramento delle strutture visco elastiche per il piegamento e la conseguente aumentata distanza tra inserzione ed origine dei muscoli.Tempistiche di comparsa e scomparsa dei sintomi, sono complesse da analizzare, possiamo dire però, che una scoliosi, evolve, fa male, intanto che si struttura nella sua deviazione e poi il dolore cessa, per equilibrio raggiunto.Possiamo dire che se il dolore è forte quando ci si corica a letto e passa con il riposo, l’impegno delle strutture algiche, è muscolare.Se invece il dolore migliora con il movimento, ed è poco rilevato all’atto di coricarsi, ma fa svegliare per la comparsa, durante la notte, l’impegno delle strutture algiche è legamentario.Se il dolore passa con il caldo, non è infiammatorio, se aumenta, ci sono strutture compromesse per dimensione infiammatoria.Se il dolore compare con aumento di

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Postura ed assetto emotivo

La disciplina Ginnastica Dinamica Militare, nasce da una intenzione di coniugare gli aspetti ginnico motori allenanti, con la rappresentazione di se stessi, non solo in ambiente, ma anche emotivamente, dentro un collettivo finalizzato agli stessi obbiettivi. Abbiamo fin qui dato elementi di valutazione e correzione. Primari sugli atteggiamenti e deviazioni posturali. Ho voluto creare una sorta di “alveare” didattico, generale, dove poter poi riempire le caselle progressivamente e con l’intenzione di far valere l’insieme e non i singoli comparti. Spesso la postura, o l’ordine orto dinamico, viene descritto come strettamente pertinente ad un ambito, piuttosto che ad un altro, per  comodità di chi ne parla, unitamente alla totale incapacità di interconnettere tutta la sfera dell’uomo nella proiezione di se stesso in un ordine orto dinamico. L’esempio più calzante, è la trattazione di questo argomento  da parte della: Riepilogando, noi vogliamo affermare, come la postura, sia in primis, la proiezione di se stessi in un habitat qualificato dalle percezioni telecettive ( occhio ed orecchio ) dentro un turnover di azione e reazione adattiva strutturale, in considerazione della sfera emotivo – comportamentale.Quindi, ogni aspetto di questa valutazione può andare in lesione ed essere la miccia per le reazioni a catena adattiva e riflessa su tutti gli altri aspetti.Sulla base di questo enunciato, parleremo oggi della proiezione rappresentativa di noi stessi dentro l’ ambiante, qualificato dalla percezione esterocettiva, legato alla base emotiva riferita anche alla presenza di altri nel proprio spazio. La disciplina Ginnastica Dinamica Militare, nasce da una intenzione di coniugare gli aspetti ginnico motori allenanti, con la rappresentazione di se stessi, non solo in ambiente, ma anche emotivamente, dentro un collettivo finalizzato agli stessi obbiettivi. Oseremmo dire, che è l’habitat migliore per rappresentarsi in proiezione, emotivamente gratificante, ad efficentare oltre che le forze muscolari, anche le reazioni di sostegno alla posturai, solidificandole in un ordine ortodinamico positivo. I colori, le competizioni prese dagli addestramenti militari, l’ordinamento gerarchico di riferimento, determinano un adattamento disciplinare emotivamente incentivante e l’esercizio in natura, fuori da spazi dedicati con attrezzi e confort, riflette in afferenza, segnalazioni regolamentari a richiedere adattamenti muscolo attivi e ordinamento posturale.Il non utilizzare strumentazioni meccaniche per la muscolazione è finalizzato a ricercare adattamenti reattivi non solo sul muscolo, ma su tutta la sfera degli aspetti esistenziali. Che si coinvolgono a praticare la disciplina. Se valutiamo l’immagine qui in alto, vediamo che in rosa abbiamo un allineamento posturale ideale, avanti e dietro in verde, si vede chiaramente una situazione di alterazione orto dinamica dove l’occhio e l’orecchio, sono più in basso. Tale conformazione è tipica di adattamenti in reazione psicomiotensiva o per meglio chiarire, modificazioni della tensione muscolare su assetto psicologico non equilibrato. I primi 2 omini blu, mostrano chiaramente una alterazione della postura, con però occhio ed orecchio ad una altezza quasi regolare.Tale esito, non è in una reazione naturale, ma condizionata. Per dirla semplice, potremmo dire che sono i due omini rosa, che hanno fatto un riequilibrio posturale scorretto, o una muscolazione al di fuori dei carichi naturali. Le immagini, suscitano subito una corrispondenza in un comportamentismo scandagliabile in psicologia, e facilmente riscontrabile nelle persone che conosciamo.Sarebbe troppo lungo affrontare questo capitolo che dovrebbe “pescare” le basi nella psicologia della età evolutiva. La teoria di Vvgoski e Piaget, padri degli studi sul comportamentismo e la formazione del pensiero, enuncia: Saltando velocemente e grossolanamente, la didattica, possiamo dire che l’assetto emotivo determina la geometria posturale nel coinvolgere le percezioni esterocettive a conformare il movimento nell’ambiente qualificato visivamente e uditivamente; in un esito mediato dalla socialità che vi si sviluppa. È chiaro che se cammino a carponi per un anno, quando mi alzo avrò vertigine imbarazzo posturale e continua richiesta neuro funzionale di gestire spazio e moto dentro l’habitat qualificato durante l’anno a carponi.Se mi confronto che chi è retto in piedi, avrò imbarazzo emotivo, tenderò a coercizzare i miei movimenti, ad abbassarmi limitando le mie reazioni di sostegno posturale, come se fossi in piedi davanti ad un precipizio. Stessa reazione alla destabilizzazione delle reazioni di sostegno, la avrò in tutte le turbe psicoemotive per riflesso mio tensivo.  Es. se mi trovo su un balcone senza ringhiera di protezione al decimo piano, con occhio nel vuoto, tenderò ad abbassarmi inconsapevolmente. Adduttori contratti, flessione del rachide ecc……Reazione miotensiva! Se salgo sul Ring con un pugile, che ha la fama di essere un carnefice e io non sono preparato, avrò la stessa reazione mio tensiva di come ero sul balcone. Se nelle 2 fattispecie appena esaminate ci mettiamo l’euforia o ebbrezza da alcol o stupefacenti, non ci sarà reazione di protezione e la reazione mio tensiva sui recettori implicati nelle reazioni di sostegno sarà assente, esponendo a rischio grave. Rebus sic stanti bus, si può dire che una condizione emotiva negativa a sostenere la postura corretta, può essere cambiata, non certamente da stupefacenti o alcol. Su richiesta si può sviluppare ulteriormente l’argomento sulla spinta emotiva nella gestione dell’asse posturale, in allenamento. Ora mi preme dare dei “ comandamenti”? ordini? Consigli? Dipende da come li volete.  1 – una correzione posturale incompleta sotto la considerazione di tutti gli aspetti perturbanti, è disastrosa, negli esiti;   2 – l’ambiente deve essere gratificante e favorente una spinta emotiva positiva; ne euforica, ne disattivata nelle attenzioni e consapevolezze.  Volete fare un test? Mettete la divisa GDM a un principiante e valutate visivamente la differenza di postura se accolto in un gruppo durante l’esercitazione.  Per l’esperienza personale prima e per gli studi in psico pedagogia intrapresi successivamente, ho potuto dare una connotazione spendibile, negli allenamenti, alle reazioni psico mio tensive derivate da comandi e habitat, differenziandoli per efficacia tra la competizione e l’allenamento. Per semplificare la divulgazione andremo per esempi Quando mi allenavo in addestramento, mi sono reso conto che: A. Il comando aggressivo su denigrazione per non avere dato tutto, ( anche se si è stremati ) crea una frustrazione che viene compensata con produrre un ulteriore spinta; B. Il complimento creava un traguardo già raggiunto e la reazione mio tensiva era di stop, per giusta causa. 2. La considerazione al punto 1, doveva però essere

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Flessori dell’anca: rapporto e integrazione biomeccanica per un passo efficiente

Vedremo come valutare il rapporto di tensione tra i principali muscoli flessori dell’anca, ovvero i muscoli: Ileopsoas e retto femorale. Il Muscolo sartorio, importante nella gestione dell’arto inferiore durante il ciclo del passo, si orienta in estensione corretta, dal giusto rapporto tra Ileo psoas e retto del femore. L’articolo scorso, ha visto come individuare la relazione che c’è in l’estensibilità e/rigidità adattiva tra muscoli della colonna vertebrale, e posteriori di coscia e gamba. Ora prima di dare relativi esercizi di riallineamento, ci serve di saper valutare, l’integrità del rapporto di estensibilità dei muscoli flessori dell’anca. Rammentando che i muscoli flessori dell’anca, sono: il muscolo Ileo, il muscolo Psoas ( definiti insieme come Ileopsoas; il muscolo retto del femore, il muscolo sartorio. Concorrono a flettere l’anca anche il Muscolo tensore della fascia lata e i muscoli adduttori. Capire il significato di questo test, per agire di conseguenza durante gli allenamenti, è primario nel fare la differenza tra un programma efficace nella gestione della postura corretta, e un programma genericamente redatto per muscolazione aspecifica. Per la qualificazione anatomica si rimanda a facili reperimenti sul web; qui ci concentriamo sulle azioni meccaniche relative alla estensibilità fisiologica e alla estensibilità alterata; dove principalmente si cercherà di scongiurare le asimmetrie da differenza di elasticità e diametro, delle componenti vico elastiche. Ci aiutiamo come sempre, con fotografie e disegni, al fine di promuovere una immagine facilmente assimilabile e non solo una letteratura scritta. Valuteremo poi, l’integrazione e il rapporto tra flessori dell’anca ed estensori dell’anca. Fig. 1 Nella figura 1 con la lordosi appiattita si lasciano cadere le gambe a cosce poggiate; eventuali differenze di angolazione sono ascrivibili a differenza di lunghezza tra i due Muscoli Retti del femore. Fig. 2 e 3 Nella figura 2 la differenza di angolazione è significativa della differenza di lunghezza nel muscolo Ileopsoas. Se durante la valutazione sulla figura 2 riscontriamo differenza di angolazione sulla flessione del ginocchio avremo una visione di insieme che ci mette la valutazione in relazione con il rapporto di tensione tra dx e sx e tra Muscoli Retti femorali e Ileopsoas. Qui si vede che il DX è più lungo del SX e se vediamo il test antecendente, possiamo associare alla lunghezza maggiore dello psoas, una brevità del muscolo Retto femorale, quasi che il cervello abbia voluto pareggiare la minore estensibilità del retto del femore, con maggiore elasticità del muscolo ileopsoas nel braccio di merito. Se dovessimo fare una riflessione solo su questo, potremmo dire che vi è stata una compnesazione, indotta, o da automatismi di adattamento, o da scorretto protocollo di lavoro. Perchè questo?, perchè il cervello non discrimina così, il cervello istruisce una dismetria torsionale da capo a piedi. Il ragionamento clinico sui test è fondamentale per capire come esercitarsi o far esercitare, faremo sicuramente in seguito articoli su come si va in ragionamento clinico efficace. Se siamo in grado di rilevare in questo test i dati e raffrontarli con il test di estensibilità delle catene muscolari posteriori, con tutto quello detto, sul piede e l’altezza telecettiva, possiamo programmare una esercitazione che rispetti o riprogrammi la relazione coerente tra artrocinmatica ed osteocinmetatica. Facendo poi in confronto con l’esame della estensibilità e del rapporto tra muscoli posteriori dell’arto inferiore e colonna vertebrale: con solo 2 test avremo una serie di informazioni da elaborare per programmare esercizio di riordino ortodinamico, veramente di pregio. Il muscolo Ileopsoas è impegnato nel ciclo del passo a “falciare” in avanti l’arto inferiore; tuttavia un passo falciante non è un bel passo e predispone a disfunzioni importanti su tutto l’apparato muscolo scheletrico. Volendo schematizzare molto la biomeccanica del passo, possiamo sicuramente affermare che un passo è tento meno falciante, quanto più il piede è propulsivo, nel suo relazionarsi al suolo, e: un piede è tanto più propulsivo, quanto più è in forma fisiologica per attivare l’elica Retroavampodalica nelle gestione del rapporto di forma corretto tra la volta longitudinale e trasversa del piede. É importante, se abbiamo seguito, cucire i concetti espressi volta dopo volta, per farsi una visione di insieme su cuoi poi fare studi e approfondimenti personali in una clinica raccolta nelle esperienze valutative. Per questo si deve sempre testare e programmare esercitazione su ragionamento clinico, sia per soggetti disfunzionali, senza patologia, che per soggetti già in patologia. Successivamente saranno presi in considerazione disfunzioni di merito per dare esercizi in protocolli corretti. Adesso preme che ci sia condivisione di quanto sin qui espresso, per poter evolvere in un discorso più approfondito. É importante, che la postura alterata, venga qualificata nella sua struttura disadattata, ma non serve a nulla, se tale inquadramento non viene raffrontato nel più generale ambito nuroprocedurale che abbiamo definito negli articoli precedenti come relazione piede cervello in habitat percepito da occhio ed orecchio. Per tanto gli esercizi per ritensionare la struttura ad avere forma e meccanica fisiologica, saranno poco efficaci nel tempo, se questi non saranno integrati da esperienze in sensibilità propriocettiva. Osserviamo la prima figura, dove a lordosi appiattita risulta evidente come l’arto di sx, faccia vedere un piede più aventi, che in specifico, risulta essere in carico ad un retto femorale più breve, rispetto al contro laterale. Questa condizione, è diatesica a problemi sulla artrocinematica del ginocchio, con conseguente impatto non distribuito sulle superfici cartilaginee. Va normalizzato l’angolo e riprotato alla geometria dell’arto controlaterale. Vedremo in seguito come si fa. Copyright Riservati Redatto e scritto da Giuliano Tomasotti – Fisioterapista 

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