Per meglio comprendere e fissare visivamente il sistema, utilizziamo i disegni allegati, come riferimento primario.
Nei disegni osserviamo in rosso i comparti muscolo legamentosi brevi o in brevità adattiva e in verde i comparti in estensibilità fisiologica.
È molto importante avere questa visione generale e veloce delle anomalie adattive, per selezionare protocolli di lavoro allenante che favoriscano il riequilibrio e non scheletrizzino la struttura disfunzionale.
Per convenzione, i muscoli in brevità, sono muscoli forti, che hanno lavorato eccessivamente e sottratto forza, tensione ed energia ai corrispettivi muscoli in allungamento compensativo. Per questo si parla di riequilibrio posturale. Si deve togliere la dove c’è un eccesso e ridistribuire la dove abbiamo carenza.
Fig. 1
Osservando la figura uno, valutiamo una armonia di curve nella chiusura delle mani sui piedi a gambe tese; questa è l’immagine che dovremo ricercare nei soggetti sottoposti a training. (fatto salvo a minori dagli 11 ai 14 anni, dove la crescita degli arti inferiori tende a essere più marcata del tronco).
Fig. 2
Nella figura 2 vediamo che la rigidità primaria è sulla muscolatura della bassa schiena, muscoli: Quadrato dei Lombi e intrinseci del rachide, mentre i muscoli posteriori della coscia, sono decisamente ed eccessivamente allungati.
Tale immagine la si osserva spesso nel sesso femminile, con maggiore incidenza con il crescere dell’età. Muscoli ipotonici, allungati; ischio peroneo tibiali ( posteriori della coscia ) e muscoli rigidi brevi, che non permettono la flessione della colonna vertebrale lombare, mantenendola in estensione.
Specificatamente, possiamo affermare che i muscoli posteriori della coscia sono allungati, perchè l’angolo sacrale con il pavimento si chiude inversamente all’angolo della figura 1.
Essendo i muscoli posteriori della coscia inseriti sulla tuberosità ischiatica, si capisce immediatamente che un Sacro che piega in avanti ha tutta una serie classica di adattamenti e disfunzioni correlate.
Un esperto, quando vede un gruppo di ciclisti, solo dll’angolo del sacro con la sella capisce chi svilupperà tecnopatie.
Fig 3
Nella figura 3 si osserva una brevità ascritta ai soli muscoli posteriori della gamba ( Tricipite Surale ) con una armonia di forma ed estensione dei restanti muscoli; posteriori della coscia e del rachide.
Tale condizione è spesso reattiva d un cicplo del passo non corretto, che potremo analizzare successivamente.
Ma è un buon allenamento per i tecnici, associare le varie condizioni rilevate, nel ciclo del passo, qui in specifico si potrà osservare che il soggetto, nel passo si alza e abbassa in compensazione a mancanza di corretta strategie di scambio neuro motorio tra emisoma Dx e SX. con probabile alterazione delle sensibilità propriocettive.
Tale situazione, è l’avvio di una catena disfunzionale che negli anni, se non trattata, produrrà ulteriori disfunzini adattive.
Fig 4
Nella figura 4 vediamo le brevità sulla muscolatura del rachide lombare, con brevità di tutta la catena muscolare posteriore di gamba e coscia. Questa condizione è spesso un ultimo stadio disfunzionale, che prelude alla modifica della matrice ossea vertebrale.
Possiamo dire che una semplice posizione da, un insieme di dati che possono istruire in tecnico a determinare quali esercizi selezionare per il soggetto, o anche per un gruppo.
Consideriamo questi adattamenti disfunzionali, come reattivi ad una errata qualificazione delle proprie capacità condizionali all’interno di un habitat percepito. Per cui se abbiamo seguito gli articoli precedenti, dovremmo aver appreso, che una correzione sarà possibile solo se si attenzioneranno tutti gli ambiti neuro funzionali, quindi dalla telecezione alle risposte propriocettive. Se è vero che le brevità adattive e conformative di una struttura disfunzionale, sono visibili, palpabili e passabili di intervento diretto, è altrettanto vero, che la brevità adattiva visco elastica è reattiva, risultante da inadempienze neuro funzionali. Quindi quantunque la schiena si sia bloccata per un evento traumatico, la brevità strutturatasi, è sempre causata da un errato movimento per scarsa attitudine meccanica e propriocettiva.
Queste 4 figure, sono la base per valutare subito l’ordine orto dinamico per intervenire con esercizi calibrati. Vedremo in seguito la valutazione di altri comparti muscolari, come il rapporto tra i flessori dell’anca, al fine di avere una capacità di ispezione che possa essere scientificamente inconfutabile e predisponente all’inquadramento generale e particolare di tutte le perturbazioni all’omeostasi posturale
Riepilogando
se abbiamo capito, che il corpo umano è un insieme strutturale, che agisce e si forma dalla reazioni delle azioni intraprese, adattandosi fino ad una linea di tolleranza, oltre la quale l’adattamento diventa patologia o terreno di sviluppo per disfunzioni patologiche:
- capiamo, che il test come da disegni, è fondamentale per individuare su che comparto “cade” l’adattamento reattivo e che relazione c’è tra adattamento e postura;
- Così facendo, possiamo selezionare esercitazioni mirate, selettive ed efficaci.
La prossima volta vedremo ulteriori test posizionali, per dare un quadro completo, sia al tecnico, ma anche al soggetto interessato, per capire come opporsi a reazioni adattive visco elastiche e migliorare l’ordine ortodinamico in consapevolezza.
Sarà proprio la consapevolezza, del perchè di determinate conformazioni adattive, da parte del soggetto, a fare la differenza. Ecco perchè il tecnico deve saper spiegare con discorso prendibile cosa è successo e cosa si sta facendo, anche al gruppo.
Se una classe di allievi si mette in posizione, avremo un quadro chiarissimo del livello generale, di adattamento o disadattamento muscolo scheletrico. es. se sarà una classe prevalentemente di donne, avremo necessità di istruire maggiormente esercizi per la elasticizzazione della schiena e la tonificazione dei glutei e ischio peroneo tibiali. E via così.
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Redatto e scritto da Giuliano Tomasotti – Fisioterapista